il posto del cuore: Sex love & oriente: un dizionario minimo

sabato 26 marzo 2011

Sex love & oriente: un dizionario minimo

ANARU ZEME [a-na'-ru ze-me]
Stimolare la zona anale con il tatto e la lingua, o con liquidi e altri stratagemmi (“zeme” significa attacco).

ANUSU NAME [a-nu'-su' na-me]
Leccare l’ano.

BUKKAKE

Pratica di sesso di gruppo in cui più uomini in piedi eiaculano a turno o insieme su una persona, normalmente posizionata al centro e in ginocchio.

CHINGURI GAESHI [chin'-gu-ri ga'-e-shi]
Fare un pompino con il corpo tenuto a testa in giù dal ricevente, che è in piedi.

FERACHIO [fe-ra'-chi-o]
Fellatio.

GANKI [ga'n-ki]
La donna siede sulla faccia dell’uomo e la strofina con le parti intime.

GANSHA [gan-sha']
Eiaculare sul viso della/del partner.

HONYO KANSATSU [ho'-nyo' ka'n-sa'-tsu]
“Honyo” significa urinare, “Kansatsu” guardare.

JUKUJO [ju'-ku-jo]
Donne di mezza età (MILF negli USA).

KEMEKO ZURI [ke-me'-ko zu'-ri]
La donna con le parti intime non depilate è a cavalcioni sul ventre dell’uomo e lo massaggia con unguenti.

KUGURI ISU [ku-gu-ri' i-su']
Una sedia dalla forma speciale, su cui l’uomo siede mentre la/il partner gli fa un pompino o lo masturba da sotto.

SEISUI [sei-sui]
Acqua santa (urina).

SENBOKYO [sen-bo'-kyo]
Periscopio. L’uomo è nella vasca da bagno. La sua partner (o il partner) gli sta di fronte con le gambe sotto le sue, sollevandole, così che il pene eretto emerge dall’acqua come un periscopio e riceve un pompino.

SOKU SHAKU [so-ku' sha-ku']
L’uomo riceve un pompino senza aver prima fatto la doccia.

SUPPON [su-p-po'n]
Avere uno spasmo vaginale.

TAMA KERI [ta-ma' ke-ri']

Calciare i testicoli.

TAMA NAME [ta-ma' na-me']
Leccare i testicoli.

TEIKU AUTO [tei-ku' a-u-to']
Ricevere un dono dopo aver fatto sesso (normalmente l’urina della o del partner, da bere).

YUBI IRE [yu-bi' i'-re]
Infilare le dita nella vagina della partner.

foto Antoine d'Agata

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patti e patti si conoscono sui banchi di scuola, una ama la musica l’altra scrivere..

patti:

“mi ricordo da piccola quando con i miei fratelli riempivamo la nostra camera di tegami, bicchieri, fustini del detersivo e via al nostro sound, era quello il nostro divertimento, un frastuono assurdo guidato dagli accordi di chitarra di mio fratello, io e mia sorella alle percussioni. Poi crescendo ho avuto un locale tutto mio, una sala prove in cui mi esibivo con il mio gruppo di tutte girls, una consolle dove ho imparato a fare la dj, tanti gruppi che si esibivano e io là sono cresciuta. Da circa dieci anni conduco il programma radiofonico Discoparty a Radio Città Fujiko, nota emittente bolognese ricercando nella scena underground le novità in fatto di sperimentazione, di nuovi scenari musicali tra quegli artisti che hanno qualcosa di interessante da comunicare, tra quelli che affondano nelle radici la propria musica, questo mi interessa e questo propongo. Poi nel 2008 avevo voglia di inserire all’interno della programmazione Discoparty qualcosa di un po’ più femminile, un programma che legasse l’amore e il sesso visto dalle donne e fosse commentato da loro. Ho Trovato le persone giuste e gliel’ ho proposto, hanno accettato… non mi sembra vero e da allora si lavora al progetto “Il posto del cuore”.

… l’altra patti:

amo scrivere, da sempre. Con patti ci siamo trovate in sintonia fin da subito, da piccole amavamo raccontarci delle storie, poi io le elaboravo e lei si inventava melodie, dalle scuole medie non ci siamo più lasciate.”

Urgenza di scrivere. Mestiere di scrivere. Questo è il binomio che fin’ora mi porto appresso. Non potrei fare altro, non potrei mai farne a meno. Ho cominciato dall’'adolescenza. Dai frammenti che raccontavano il disagio, la sofferenza, la scoperta, il sesso. Tutto quello che mi girava fuori e dentro. La scrittura va a caccia di silenzi e ne abbatte i muri, toglie di mezzo le ossessioni, le crudeli manie, le convenzioni dell'ambiente in cui sono cresciuta. Io come tanti altri. "La scrittura è l'atto più generoso che conosco", al di là delle definizioni.

E così, la mia voce, è diventata quella dei personaggi che mi accompagnano nel mio mestiere, un mestiere che amo, che non conosce confini e che sa spogliarsi del genere, contamina altri settori, qui è la radio.

Dove ogni sabato incontro le mie colleghe, tutte rigorosamente femmine. Abbiamo cominciato quest’ avventura. E se fosse una canzone, di certo, direbbe così:

"Siamo solo quattro ragazze

musica e parole

C’inventiamo un mondo possibile

E come poter essere

mai dimenticate"

Da sempre ho desiderato andare al fondo delle cose, conoscerle, capirle, studiarle, e coinvolgere i pensieri che scaturiscono da questa ricerca in mille congetture e fantasie, in piena libertà. Mi sgridavano quando ero bambina, perché facevo sempre tante domande e volevo sapere troppo, più del consentito. Ma perché tutto questo? Perché sono sempre stata convinta che esista un diritto alla conoscenza che purtroppo viene spesso o quasi sempre negato, mentre deve essere alla portata di tutti. Quanto all’amore, e al sesso, credo che non debbano esserci limiti al sapere, soprattutto per le donne, e per questo cerco di estrarre dalla storia ciò che esse debbono conoscere al fine di esserne consapevoli e non sopraffatte, perché è dall’ignoranza che derivano la repressione e la sofferenza.